Quando arriva la gastroenterite acuta l’intestino ha sicuramente bisogno di non essere sollecitato o affaticato. Ma la dieta in bianco, sostiene la Società Italiana di Pediatria, non è strettamente necessaria per aiutare il nostro apparato digerente a rimettersi in sesto. Un’alimentazione completa, ma leggera e bilanciata, è sufficiente per favorire il ritorno alla normalità.

La prassi del digiuno prolungato, o della comune “dieta in bianco”, fa parte delle abitudini di tutti noi. Soprattutto in casi che riguardano i bambini, la reazione immediata a una diarrea di origine infettiva è sempre stata quella di limitare temporaneamente l’ingestione di cibi o di limitarsi a nutrienti minimi e leggeri, per non appesantire l’intestino.
Una dieta, quindi, che prevede l’eliminazione del latte e degli alimenti ricchi di fibre, che aumenterebbero la motilità intestinale, e la riduzione di cibi ad elevato valore energetico.
Una recente dichiarazione della Società Italiana di Pediatria, però, ribalta la prospettiva, portando l’attenzione sul fatto che una dieta così restrittiva non è necessariamente efficace quanto invece il proseguire con le normali regole di sana alimentazione.
Non è un via libera a mangiare qualunque cosa, ovviamente. Teniamo presente che i cibi con un alto contenuto di zuccheri possono peggiorare la diarrea, e ricordiamo che, in ogni caso, questo tipo di alimento va limitato anche in assenza di problemi.
Ma, non appena l’appetito migliora, è possibile riprendere una normale alimentazione, leggera e bilanciata. I pasti dovrebbero essere piccoli e frequenti, avendo cura di reintrodurre gradualmente cibi con un maggiore apporto calorico. E non dimentichiamo l’assunzione di liquidi, dato che le infezioni intestinali, soprattutto nel caso di neonate e neonati, possono causare più facilmente disidratazione.

Fonti: 

  • https://sip.it/2017/09/20/la-malattia-del-mese-la-gastroenterite-acuta/