La separazione non è una scelta facile quando in casa ci sono dei bimbi. Quando è inevitabile, però, bisogna trovare il modo giusto per dirlo ai piccoli e cercare di mantenere un comportamento sempre corretto. Ecco i consigli dell’esperta.

Quando due genitori si separano, non lo fanno mai a cuor leggero perché in gioco non ci sono sole le loro vite e il loro futuro, ma anche quello dei loro figli. “Può essere una scelta sofferta o meno, conflittuale o civile, ma sicuramente è sempre una scelta faticosa e impegnativa, che implica un passo importante, delicato, che ha delle implicazioni relazionali che vanno al di là del rapporto di coppia”, spiega Marta Rizzi, psicologa e psicoterapeuta. “Così come succede con l’arrivo di un fratellino, anche la separazione scombussola gli equilibri e mamma e papà si devono impegnare per trovarne di nuovi”. Specie quando in casa c’è un bambino tra i 6 e i 10 anni, che è già perfettamente in grado di capire e avvertire tutto quello che succede.

Cosa pensano i genitori 

Pur avendo deciso per la separazione dopo lunghe riflessioni, è inevitabile che i genitori provino un senso di colpa o di dubbio (“Non è che ora che ci separiamo gli togliamo qualcosa?”, piuttosto che “È colpa mia se tutto è finito? Forse dovevo provarci di più”). Ma può intervenire anche un senso di fallimento e incertezza sul futuro (“E ora come dobbiamo comportarci? Abbiamo fallito come coppia, non è che non siamo capaci nemmeno di fare i genitori? E se questo avesse dei risvolti negativi su di lui? Non è che non si sentirà più amato?).

Cosa pensa il bambino

Come spesso capita quando i bambini non conoscono le ragioni di quello che sta succedendo, potrebbe colpevolizzarsi (“Se mamma e papà si lasciano, sarà stato a causa mia?”) piuttosto che avere delle preoccupazioni legate all’amore dei genitori (“Mi vorranno ancora bene o, se non stanno più insieme, si dimenticheranno di me? Sarò ancora importante per loro?”). La separazione è un cambiamento che per il bambino necessita di continue rassicurazioni per evitare che possa sovrapporre erroneamente la coppia di amanti alla coppia genitoriale. Le due cose, invece, sono ben distinte e il bimbo deve esserne consapevole.

Come sentirsi tutti meglio

  • Innanzitutto bisogna cercare di mantenere la lucidità, di non essere arrabbiati e di non caricare di conflittualità la comunicazione e la relazione con i nostri figli per evitare che sentano di dover prendere la parte di uno o dell’altro genitore. “Bisogna a tutti i costi evitare di criticare, umiliare e svilire il partner perché il rischio più grande che si corre è quello dell’alienazione genitoriale, cioè che in qualche modo si spinga il bambino ad allontanarsi dall’altro genitore, in modo più o meno esplicito”, raccomanda Marta Rizzi. “Pur non amando o stimando più l’altro, dobbiamo pensare che rimarrà per sempre il genitore dei nostri figli. Con il tempo, piuttosto, daremo degli strumenti ai figli per accorgersi da soli di alcune cose: mostrandogliele non li agevoliamo, anzi, rischiamo di appesantirli”.
  • È meglio che la comunicazione della separazione venga data da entrambi i genitori con parole adeguate all’età per spiegare in modo chiaro e veritiero cosa è successo, quale decisione è stata presa, quali sono le motivazioni e cosa avverrà dopo. “Il messaggio potrebbe essere che abbiamo bisogno di vivere separati perché abbiamo smesso di andare d’accordo o perché non ci amiamo più, ma che continuiamo a voler bene a lui, perché una cosa è la nostra coppia e un’altra siamo noi come mamma e papà. Accertandosi, poi, che il bambino abbia compreso e specificando che è una scelta avvenuta prendendosi del tempo, non impulsiva”, suggerisce l’esperta. E ricorda di non stancarsi mai di ripetere, rassicurare e sottolineare il più possibile che la decisione non dipende da lui, che non è il motivo o la causa della separazione perché questo gli permette di sollevarsi e alleggerirsi da delle colpe che magari erroneamente si attribuisce.
  • Accogliamo ogni emozione del bambino senza giudicare ed evitando frasi del tipo “non fare così, già sto male io, se ti aggiungi pure tu è ancora peggio”. Come spiega la psicologa, “il bimbo ha diritto, come tutti, di provare ciò che sente e deve avere la libertà di poterlo dire con la sicurezza di sentirsi comunque accolto. Nel cercare di tranquillizzarli, però, evitiamo di nutrire false speranze usando frasi tipo ‘poi si vedrà… ci siamo presi solo una pausa…’. Dobbiamo essere lucidi, chiari, realistici e coerenti con quello che sta accadendo, pur consapevoli che questo implica fatica e un investimento emotivo molto forte per noi adulti”.

Se c’è un nuovo compagno accanto a uno dei due genitori, cerchiamo di chiarire subito che non sostituisce mamma o papà, che sono due cose ben separate. È bene inserire l’altra persona in modo graduale, accettando anche il fatto che il bambino possa essere disinteressato, soffrire e che non voglia accettarla: evitiamo di forzare e lasciamo, come sempre, che il tempo faccia il suo corso.

 

Articolo redatto in collaborazione con Quimamme