“Un microbiota intestinale sano contribuisce alla salute dell’intestino, comunicando con le cellule intestinali, intervenendo nella digestione di alcuni alimenti e interagendo in maniera diretta con il sistema immunitario”.

Quasi non servirebbe aggiungere altro, per far capire quanto la comunità di microrganismi che convive nel nostro intestino sia fondamentale per la salute dell’organismo.

Sì, perché i 40 trilioni di batteri (suddivisi in circa 400-4000 specie diverse) che formano il microbiota intestinale (per microbioma s’intende, invece, il suo patrimonio genetico totale) sembrano essere coinvolti in numerosi processi dell’organismo.

Per fare chiarezza davanti a questa mole di informazioni, l’Associazione World Gatroenterlogy Organisation ha deciso di incentrare la campagna 2020 World Digestive Health Day proprio sul Microbiota!
Dunque… Quanto sappiamo fino a oggi a riguardo?

Innanzitutto, a ciascuno il proprio (gemelli inclusi) 1.5 Kg circa di microbiota. Non solo batteri, ma anche lieviti, parassiti e virus ne fanno parte e sono in grado di convivere tra loro in equilibrio (condizione che viene chiamata eubiosi).

Ed è proprio in questi casi che ciascun componente può dare il proprio contributo: di tipo metabolico (produzione di sostanze utili), di aiuto nello svolgimento di una serie di funzioni enzimatiche, di eliminazione di sostanze tossiche e di stimolazione del sistema immunitario.

I problemi arrivano quando, purtroppo, non ci sono più le condizioni per cui sia mantenuto l’equilibrio tra i singoli conviventi; in questo caso si parla invece di disbiosi. Un disequilibrio che può essere negativo al punto da contribuire allo sviluppo di problemi a carico dell’apparato digerente.

Di fronte a questo quadro così complesso e di cui tanto c’è ancora da imparare, non possiamo che trarne un’importante conclusione: il microbiota va tenuto in equilibrio. E per prendersene cura, si può partire dall’alimentazione. Le nostre scelte determinano la qualità della nostra vita: spazio quindi a frutta, verdure, legumi e cereali non raffinati. In questo modo, possiamo anche integrare i prebiotici (cipolle, porri, carciofi e banane ne sono ricchi), utili per mantenere in salute quei batteri che fanno così bene al nostro organismo.

Al prossimo articolo sul microbiota!

https://www.worldgastroenterology.org/wgo-foundation/wdhd/wdhd-2020
https://www.worldgastroenterology.org/wgo-foundation/wdhd/wdhd-2020/tools-and-resources
https://microbioma.it/gastroenterologia/microbiota-intestinale-cose-come-composto-che-ruolo-svolge/
https://www.humanitas.it/news/19480-microbiota-perche-importante-averne-cura-anche-lalimentazione